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Trattamento terapeutico del Cheratocono – Cross Linking

APPROCCI TERAPEUTICI PER IL TRATTAMENTO DEL CHERATOCONO

I trattamenti per cheratocono variano in base alla gravità del disturbo.

Nelle fasi iniziali, gli occhiali da vista o le lenti a contatto rigide o gas-permeabili costituiscono ottimi presidi per correggere la miopia e l’astigmatismo che insorgono con lo sviluppo del cheratocono.
Se il disturbo progredisce, gli occhiali possono rivelarsi inadeguati e si opta allora per lenti a contatto personalizzate. Le lenti aiutano la superficie della cornea ad appiattirsi per restituire una buona correzione visiva, tenendo conto dell’alterata curvatura corneale dovuta al cheratocono.
Tuttavia, l’uso delle lenti a contatto non sempre è agevole e può richiedere frequenti visite oculistiche e numerosi cambiamenti delle lenti. Inoltre, non di rado le lenti non restituiscono al paziente la capacità visiva precedente all’insorgere della patologia. In questi casi, o quando si sviluppava un’intolleranza alle lenti, l’unica soluzione proponibile fino a poco tempo fa era il trapianto di cornea.

Oggi si può ricorrere a tecniche all’avanguardia per il trattamento del cheratocono:

  • la tecnica CK (Conductive Keratoplasty): una tecnica non invasiva, indicata  in alcuni casi selezionati, che utilizza le radiofrequenze di conduzione per spostare leggermente il cono corneale (responsabile della visione distorta) in un settore della cornea dove meno compromette la qualità visiva;
  • il cross-linking corneale o C3-R (corneal collagen cross-linking con riboflavina), che utilizza l’azione sinergica della riboflavina (vitamina B2) e dei raggi UV-A per fortificare la cornea rallentandone la progressiva alterazione.

Rispetto ad altre tecniche di cross-linking, la variante transepiteliale è rapida (richiede pochi minuti per occhio), indolore (sia durante che dopo il trattamento) e non invasiva, in quanto non prevede la rimozione della parte più esterna dell’epitelio.

CROSS-LINKING CORNEALE ACCELERATO TRANSEPITELIALE

Il cross-linking corneale accelerato transepiteliale o C3-R (corneal collagen cross-linking con riboflavina) è una tecnica parachirurgica per il trattamento del cheratocono.
Il cross-linking corneale utilizza l’azione sinergica della riboflavina (vitamina B2) e dei raggi UV-A, per fortificare i legami tra le fibre di collagene presenti nel tessuto corneale, rallentando il progressivo sfiancamento della superficie corneale provocato dal cheratocono.
Esiste anche una variante accelerata e transepiteliale non invasiva di questa tecnica che, a differenza dell’intervento tradizionale, non rimuove l’epitelio corneale (lo strato più sottile ed esterno di tessuto corneale) prima di instillare la riboflavina e di erogare la luce ultravioletta. In questo modo, il trattamento risulta assolutamente indolore sia durante sia dopo l’intervento, mantenendo identici risultati post-operatori e salvaguardando il benessere del paziente.
Le basi teoriche, la tecnica e i risultati di follow-up sono ampiamente documentati dalla letteratura scientifica internazionale. Il trattamento C3-R può rappresentare una valida opzione per rimandare e, nei casi più fortunati, evitare il trapianto di cornea, anche in considerazione del fatto che, per la sua natura non invasiva, il trattamento può essere ripetuto a distanza di tempo.
Il cheratocono è un’alterazione della curvatura della cornea, che induce astigmatismo irregolare, spesso associato a miopia. Può essere bilaterale e manifestarsi nei due occhi in tempi diversi. È un disturbo lentamente progressivo, che può impiegare alcuni anni per svilupparsi e che può arrestarsi in qualsiasi stadio della sua evoluzione.
Il cheratocono è una condizione non infiammatoria della cornea. Si evidenzia con un progressivo assottigliamento in un’area corneale che subisce una trasformazione: dalla normale forma a cupola ad una forma a cono. Il nome ‘cheratocono’ deriva infatti dal greco ‘kerathokonus’ e significa ‘cornea conica’.

Come si svolge l’intervento e quali sono i vantaggi.

Nel corso del trattamento viene instillato sulla cornea un preparato fotosensibile a base di vitamina B2 (la riboflavina), che resta in induzione sulla cornea per un periodo di circa 60 secondi. La riboflavina viene dinamizzata dall’irradiazione di raggi UV-A generati da una sofisticata strumentazione. Questa seconda fase dura circa tre minuti contro i 30 generalmente richiesti per l’esecuzione di un cross-linking standard (non accelerato). In questo modo, la riboflavina penetra nella superficie corneale per alcuni micron e induce l’avvicinamento delle lamelle corneali.

Il trattamento è ambulatoriale, non è invasivo, è indolore e ha la durata complessiva di circa cinque minuti per occhio. Inoltre, ha il vantaggio di poter essere ripetuto a distanza di tempo.

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