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AVERE L’OCCHIO DI UN FALCO, O DI UN’AQUILA: PERCHÉ DICIAMO COSÌ?

 

Quando una persona presenta una vista particolarmente acuta, è usanza dire che ha la vista di un falco, o di un’aquila. Ma perché? Come mai si fa riferimento proprio a questi grandi predatori dei cieli e non, per esempio, a pettirossi e colibrì?

Cerchiamo di approfondire la questione.

Bene, se un essere umano potesse scambiare i propri occhi con quelli di un’aquila, riuscirebbe a vedere addirittura una formica muoversi su un terreno che si trova a più di 2000 metri di distanza: davvero stupefacente!

Queste capacità sono ovviamente dovute a peculiarità di cui solo gli occhi dei rapaci predatori diurni sono forniti.

Gli occhi di un’aquila sono particolarmente grandi, di forma quasi tubolare e possono contare su un’incredibile acuità visiva, traducibile nell’impressionante cifra di 50/10: questa è dovuta in parte al grande numero di fotorecettori presenti nell’occhio del predatore, circa 5 volte superiore al nostro (parliamo di circa un milione di coni per millimetro quadrato, rispetto ai 200.000 presenti nell’occhio umano), ne deriva che il nervo ottico di questi uccelli trasmette al cervello un quantitativo di informazioni quasi doppio rispetto a quello che un comune essere umano è in grado di ricevere.

Altra peculiarità dell’occhio di aquile e falchi è quella di poter ingrandire di anche 6/7 volte gli oggetti che compaiono al centro del suo campo visivo, come una sorta di teleobiettivo delle macchine fotografiche: questo grazie ad una Fovea (una zona della retina situata centralmente nella parte posteriore dell’occhio) molto più profonda rispetto a quella del genere umano. Le loro capacità di messa a fuoco risultano, inoltre, estremamente rapide, a causa di un potente e velocissimo cristallino, che gli consente di spostarsi celermente da oggetti a pochi centimetri di distanza, a oggetti posti a distanze incredibilmente lontane (più di 2km di distanza come ricordato in precedenza).

Ma le curiosità non si fermano qua, le aquile, grazie all’enorme numero di coni fotorecettori, riescono anche a percepire un numero di colori e sfumature di gran lunga superiore al nostro, arrivando addirittura a vedere le cosiddette frequenze ultraviolette: ecco perché possono percepire anche animali nascosti fra l’erba alta o pesci che nuotano sotto la superficie dell’acqua.

Ultima particolarità, oltre alle numerose già ricordate, è la possibilità di usufruire di un mirabolante campo visivo: un essere umano, infatti, è dotato di un campo visivo di 180°, mentre un falco o un’ aquila riescono a spingersi addirittura sino a 340°, riuscendo a vedere un numero di oggetti incredibilmente elevato e quasi fin dietro al proprio capo.

Raggiungere la perfezione visiva di un’aquila resta comunque impossibile per gli uomini, anche e soprattutto per limiti fisici dei nostri già stupefacenti organi visivi, ma oggi, grazie alla tecnologia rappresentata dalle tecniche di microchirurgia refrattiva e da apparecchiature che sfruttano il laser ad eccimeri, non è certamente difficile migliorare la nitidezza e pulizia della propria vista, o correggere fastidiosi difetti visivi come miopia e astigmatismo.

Eyecare Clinic è all’avanguardia nell’esecuzione di questo genere di interventi assolutamente non invasivi e dolorosi e, come sempre, si propone con massima disponibilità nei confronti di chi non ha certo la vista di un falco, ma desidera sbarazzarsi una volta per tutte degli occhiali da vista.