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PICCOLO EXCURSUS SULLA PERCEZIONE DEI COLORI E LA TETRACROMIA

 

Si può dire con certezza che il mondo è un posto estremamente colorato. Per poterlo ammirare al meglio si può ricorrere a svariati ausili correttivi, come quelli offerti da tecniche moderne come il metodo Lasik Xtra, ma, a quanto pare, c’è chi potrebbe essere in grado di godere ancora meglio delle  sfumature cromatiche presenti sul nostro  pianeta.

Esistono studi ancora in corso, che circa 3 anni or sono hanno dato i primi risultati positivi per quanto concerne l’esistenza di individui dotati di una vista tetracromatica.

Cerchiamo di inquadrare meglio la questione.

La nostra visione a colori è frutto dell’interazione fra 3 differenti tipologie di Coni, speciali cellule retiniche fotosensibili capaci di percepire ciascuna una tipologia di colore diverso: esistono infatti i cosiddetti coni rossi, i coni verdi ed i coni blu, a seconda delle rispettive capacità di percepire colorisu lunghezze d’onda lunghe (rosse), medie (verdi) e corte (blu). Lavorando in equilibrio dinamico, i nostri coni ci permettono la visione di circa 1 milione di differenti sfumature e cromatismi; è per questa ragione, che la maggior parte degli esseri umani viene comunemente definita tricromatica.

Esistono tuttavia alcuni individui, prevalentemente di sesso maschile, in cui i coni rossi ed i coni verdi tendono a lavorare in un equilibrio statico, ovvero percependo entrambi, costantemente, il medesimo livello di luce. Quando i coni rossi e i coni verdi percepiscono lo stesso quantitativo di luce, il cervello tende a identificare le informazioni ricevute in un colore preciso, ovvero il giallo.  Questa particolare anomalia, che non consente di distinguere chiaramente i colori rossi da quelli verdi, viene comunemente chiamata daltonismo, oppure, bicromia.

Bene, fatte le dovute premesse, possiamo tornare alla questione principale.

Secondo studi recenti, sembrerebbe che alcune donne con padri o figli affetti da visione bicromatica, cioè daltonici, abbiano sviluppato la presenza di una quarta tipologia di cono: sarebbero sostanzialmente tetracromatiche.

Questa scoperta risulta estremamente affascinate, ma allo stato attuale l’effettiva e piena funzionalità di una visione fornita di tetracromia è stata riscontrata solamente su una delle più di 100 donne corrispondenti al campione analizzato dal Dr. Gabriel Jordan della Newcastle University. La presenza della quarta tipologia di cono, non comporta infatti l’automatica percezione tetracromatica: l’essere umano non è abituato a ragionare in termini tetracromatici, ma solo in termini tricromatici, tutto il nostro mondo è catalogato secondo questo sistema e, di fatto, una persona dotata di quattro coni non sarebbe in grado di risvegliare questa sua capacità, se non correttamente stimolata.

Resta l’affascinate consapevolezza che, mentre una persona comune è in grado di percepire un numero di colori nell’ordine del milione di sfumature, una persona dotata di una quarta tipologia di cono, dovrebbe arrivare a percepirne una cifra incredibilmente più elevata: parliamo di circa cento milioni di tonalità!

Pensare alla percezione del mondo che potrebbero avere queste donne è davvero qualcosa di sbalorditivo.